venerdì 20 gennaio 2017

I Politici impegnati nel salvataggio di Mps hanno realizzato che la Consob non riesce ad impedire le truffe al risparmiatore?


Il Presidente della Consob Giuseppe Vegas chiude, in data 19 gennaio 2017, le audizioni in Parlamento sul Decreto del 23 dicembre 2016 che prevede la garanzia dello Stato sull’emissione di obbligazioni bancarie per garantire liquidità alla banca e stanzia un fondo di 20 miliardi per la ricapitalizzazione precauzionale della banca insolvente agli stress test e per la tutela dei risparmiatori in disapplicazione delle disposizioni sul cosiddetto bail-in (ovvero la ricostituzione del patrimonio nel rispetto del principio che azionisti e creditori siano i primi a subire perdite). Il resoconto dell’audizione evidenzia che il Presidente Vegas si sente potenziale bersaglio della Commissione d’inchiesta decisa dai Parlamentari. Ben ricorda il putiferio scatenato dal crack Parmalat nel 2003, proprio a fine dicembre, che impose alla Politica di cantierare la prima versione della Legge sul risparmio per rintuzzare l’ira di 100.000 risparmiatori truffati. Anche allora era nata una Commissione d’inchiesta. Il Time sbeffeggiava scrivendo il 27 dicembre 2003: il collasso di Parmalat ha prodotto inevitabili paragoni con Enron. Quando scoppiò il caso Enron, in Europa tutti dissero che nel Vecchio continente cose del genere non sarebbero potute succedere. E’ evidente che si sbagliavano ma è molto meno chiaro se i regolatori Ue riusciranno ad agire con altrettanta rapidità di quelli Usa che riuscirono a non fare crollare la fiducia dei risparmiatori. E la Bri, la Banca internazionale dei regolamenti, nella relazione annuale del giugno 2004, parlava di inquietanti negligenze nella governance e carenze di controllo ad ogni possibile livello (organi di dirigenza, revisori interni ed esterni, banche creditrici, promotori finanziari, agenzie di rating, analisti). Oltretutto bruciava che quattro provincialotti fossero riusciti a sbeffeggiare la struttura nazionale di controllo ed a smontare la credibilità dell’imprenditoria italica sul piano internazionale. Adesso, dopo 14 anni, mentre i Governi europei hanno agito con rapidità impedendo l’incendio in casa loro, in Italia l’incendio lo appiccano quattro banchette locali come Banca Etruria, Banca Marche, Cari-Ferrara e Cari-Chieti smontando la credibilità di tutto il sistema bancario, lo alimentano Mps e le banche Venete e si spera di spegnerlo con 20 miliardi. Il Presidente Vegas chiama alla corresponsabilità nel guaio il Governo ed il Parlamento addebitando il ritardo nell’intervento ed augurandosi che il provvedimento spenga il focolaio. Di fronte alle emergenze bancarie scaturite con la crisi economica, "la maggior parte dei Governi europei ha ritenuto di prendere di petto il problema", l'Italia invece, "anche a causa dei vincoli di finanza pubblica, ha scelto di contenere al minimo l'intervento dello Stato, puntando sulla capacità del sistema di trovare al suo interno la forza e le risorse finanziarie per superare la crisi. Non è un caso se nel periodo 2014-2016 le banche sottoposte a vigilanza europea hanno sottoscritto aumenti di capitale per quasi 18 miliardi, a cui si sommano altri 22 miliardi previsti per il 2017, per un totale di 40 miliardi di euro. Questo approccio ha contribuito a far sì che le debolezze del sistema bancario domestico, in partenza forse meno gravi di quelle riscontrate in altri Paesi, si protraessero nel tempo, finendo per imporsi all'attenzione dei mercati come un focolaio di crisi sempre acceso. Il decreto legge intende appunto intervenire su questo focolaio con l'obiettivo di estinguerlo una volta per tutte. In questo senso l'impianto generale del provvedimento è condivisibile e dovrebbe portare sollievo a tutto il sistema". Inoltre il Presidente Vegas chiama alla corresponsabilità nelle sviste il Ministro dell’economia ed i Parlamentari puntando il dito sulla modalità di quantificazione dei rimborsi. Visto che gli obbligazionisti subordinati possono ottenere obbligazioni ordinarie per un controvalore pari al valore nominale, ad eccezione di alcune emissioni, per le quali è previsto un rimborso al 75% (e, in un solo caso, al 18 per cento), "per evitare di premiare investitori che hanno operato con ottiche meramente speculative e per contenere, allo stesso tempo, gli oneri per le finanza pubbliche si potrebbe prevedere l'attribuzione di obbligazioni ordinarie per un controvalore non superiore all'effettivo prezzo di acquisto delle obbligazioni subordinate". Si corre il rischio di scatenare il coro di risate e di sbeffeggi internazionali facsimile Parmalat. Un Governo che va alla guerra con l’Ue per 2 decimali di deficit perché non sa dove trovare i soldi ed un Parlamento che impreca contro l’austerity perché non sa suggerire dove trovarli, premiano gli speculatori (istituzionali e privati) che hanno acquistato presumibilmente al 30%, se non a meno, del valore nominale con un premio del 70% se investitori privati e del 45% se investitori istituzionali. Oltretutto non si tiene conto di quanto hanno già incassato a tassi ragguardevoli e di quanto hanno beneficiato acquistando le obbligazioni magari con fidi appositamente concessi per acquistarle. O tutti sono in stress da numeri o manifestano la più irresponsabile insensatezza nei confronti del contribuente che li paga per legiferare responsabilmente ed è chiamato a pagare per i salvataggi.

     Il Vegas nelle vesti di Presidente della Consob, organo di Vigilanza sulla Borsa, si impegna, nel rispetto dei doveri istituzionali, a svolgere indagini “volte ad accertare eventuali ipotesi di abuso di mercato" ed a monitorare l’attività di negoziazione del titolo Mps in Borsa "molto intensa”. Cioè esamina quello che è successo in Borsa dopo che Mps si trova a dovere chiudere il portone se non interviene lo Stato-il contribuente. Cioè la Consob non riesce a prevenire gli “abusi di mercato” e le truffe ai risparmiatori. Cioè non si sa se qualche altra banca, soprattutto se fuori dalla Vigilanza europea, ha truffato i risparmiatori e si spera che, o con aumenti di capitale o con qualche genialità all’insaputa dei suoi clienti, non alimenti l’incendio. Nessuno evidentemente si è accorto che, da un quarto di secolo, esiste l’impianto di sorveglianza delle transazioni finanziarie. E’ l’impianto piazzato in banca, nell’area “prodotti finanziari”, che monitora le negoziazioni dei valori mobiliari, riferite ad aziende quotate e non, operativo dal primo gennaio del 1993 e che si riproduce con un sintetico schema. L’operatività in azioni-obbligazioni, posta in essere dalla singola banca e registrata negli archivi elettronici della sua operatività corrente, viene duplicata in un Archivio elettronico standardizzato ed appositamente istituito per la Vigilanza istituzionale. Un setaccio elettronicamente filtra le transazioni in base a criteri predefiniti e le mette a disposizione del controllore istituzionale. Cioè, nel caso specifico delle obbligazioni subordinate rifilate a risparmiatori improvvidi, la Consob ne riceverebbe evidenza solo indicando al setaccio elettronico che vuole la lista degli acquisti-delle vendite di obbligazione di un determinato tipo effettuati su conti intestati a clienti che la banca dal primo novembre del 2007, in base alla direttiva Mifid, ha già classificato-catalogato nei suoi archivi elettronici con qualifica di investitore “retail” senza alcuna propensione al rischio.

 

 
Perché il Presidente Vegas non utilizza l’impianto di sorveglianza delle transazioni in valori mobiliari, appositamente istituito per il controllo istituzionale ed operativo dal primo gennaio del 1993, che permette di intercettare tempestivamente gli “abusi di mercato” e le truffe ai risparmiatori cioè spedisce definitivamente in archivio il faldone della cosiddetta “Legge sul risparmio” che più propriamente dovrebbe essere etichettata “Legge per il salvataggio delle banche affondate dai bancarottieri”?

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