Il Presidente della Consob Giuseppe
Vegas chiude, in data 19 gennaio 2017, le audizioni in Parlamento sul Decreto del
23 dicembre 2016 che prevede la garanzia dello Stato sull’emissione di
obbligazioni bancarie per garantire liquidità alla banca e stanzia un fondo di
20 miliardi per la ricapitalizzazione precauzionale della banca insolvente agli
stress test e per la tutela dei risparmiatori in disapplicazione delle
disposizioni sul cosiddetto bail-in (ovvero la ricostituzione del patrimonio nel
rispetto del principio che azionisti e creditori siano i primi a subire perdite).
Il resoconto dell’audizione evidenzia che il
Presidente Vegas si sente potenziale bersaglio della Commissione d’inchiesta
decisa dai Parlamentari. Ben ricorda il putiferio scatenato dal crack Parmalat
nel 2003, proprio a fine dicembre, che impose alla Politica di cantierare la prima
versione della Legge sul risparmio per rintuzzare l’ira di 100.000
risparmiatori truffati. Anche allora era nata una Commissione d’inchiesta. Il
Time sbeffeggiava scrivendo il 27 dicembre 2003: il collasso di Parmalat ha
prodotto inevitabili paragoni con Enron. Quando scoppiò il caso Enron, in
Europa tutti dissero che nel Vecchio continente cose del genere non sarebbero
potute succedere. E’ evidente che si sbagliavano ma è molto meno chiaro se i
regolatori Ue riusciranno ad agire con altrettanta rapidità di quelli Usa che
riuscirono a non fare crollare la fiducia dei risparmiatori. E la Bri, la Banca internazionale dei
regolamenti, nella relazione annuale del giugno 2004, parlava di inquietanti
negligenze nella governance e carenze di controllo ad ogni possibile livello (organi
di dirigenza, revisori interni ed esterni, banche creditrici, promotori
finanziari, agenzie di rating, analisti). Oltretutto bruciava che quattro
provincialotti fossero riusciti a sbeffeggiare la struttura nazionale di
controllo ed a smontare la credibilità dell’imprenditoria italica sul piano
internazionale. Adesso, dopo 14 anni, mentre i Governi europei hanno agito con
rapidità impedendo l’incendio in casa loro, in Italia l’incendio lo appiccano quattro
banchette locali come Banca Etruria, Banca Marche, Cari-Ferrara e Cari-Chieti
smontando la credibilità di tutto il sistema bancario, lo alimentano Mps e le
banche Venete e si spera di spegnerlo con 20 miliardi. Il Presidente Vegas chiama alla corresponsabilità nel guaio il Governo
ed il Parlamento addebitando il ritardo nell’intervento ed augurandosi che il
provvedimento spenga il focolaio. Di fronte alle emergenze bancarie
scaturite con la crisi economica, "la maggior parte dei Governi europei ha
ritenuto di prendere di petto il problema", l'Italia invece, "anche a
causa dei vincoli di finanza pubblica, ha scelto di contenere al minimo
l'intervento dello Stato, puntando sulla capacità del sistema di trovare al suo
interno la forza e le risorse finanziarie per superare la crisi. Non è un caso
se nel periodo 2014-2016 le banche sottoposte a vigilanza europea hanno
sottoscritto aumenti di capitale per quasi 18 miliardi, a cui si sommano altri
22 miliardi previsti per il 2017, per un totale di 40 miliardi di euro. Questo
approccio ha contribuito a far sì che le debolezze del sistema bancario
domestico, in partenza forse meno gravi di quelle riscontrate in altri Paesi,
si protraessero nel tempo, finendo per imporsi all'attenzione dei mercati come
un focolaio di crisi sempre acceso. Il decreto legge intende appunto intervenire
su questo focolaio con l'obiettivo di estinguerlo una volta per tutte. In
questo senso l'impianto generale del provvedimento è condivisibile e dovrebbe
portare sollievo a tutto il sistema". Inoltre il Presidente Vegas chiama alla corresponsabilità nelle sviste il
Ministro dell’economia ed i Parlamentari puntando il dito sulla modalità di
quantificazione dei rimborsi. Visto che gli obbligazionisti subordinati
possono ottenere obbligazioni ordinarie per un controvalore pari al valore
nominale, ad eccezione di alcune emissioni, per le quali è previsto un rimborso
al 75% (e, in un solo caso, al 18 per cento), "per evitare di premiare
investitori che hanno operato con ottiche meramente speculative e per
contenere, allo stesso tempo, gli oneri per le finanza pubbliche si potrebbe
prevedere l'attribuzione di obbligazioni ordinarie per un controvalore non
superiore all'effettivo prezzo di acquisto delle obbligazioni
subordinate". Si corre il rischio di
scatenare il coro di risate e di sbeffeggi internazionali facsimile Parmalat.
Un Governo che va alla guerra con l’Ue per 2 decimali di deficit perché non sa
dove trovare i soldi ed un Parlamento che impreca contro l’austerity perché non
sa suggerire dove trovarli, premiano gli speculatori (istituzionali e privati)
che hanno acquistato presumibilmente al 30%, se non a meno, del valore nominale
con un premio del 70% se investitori privati e del 45% se investitori
istituzionali. Oltretutto non si tiene conto di quanto hanno già incassato a
tassi ragguardevoli e di quanto hanno beneficiato acquistando le obbligazioni magari
con fidi appositamente concessi per acquistarle. O tutti sono in stress da numeri o manifestano la più irresponsabile insensatezza
nei confronti del contribuente che li paga per legiferare responsabilmente ed è
chiamato a pagare per i salvataggi.
Il Vegas nelle vesti di Presidente della
Consob, organo di Vigilanza sulla Borsa, si impegna, nel rispetto dei doveri
istituzionali, a svolgere indagini “volte ad accertare eventuali ipotesi
di abuso di mercato" ed a monitorare l’attività di negoziazione del titolo
Mps in Borsa "molto intensa”. Cioè esamina
quello che è successo in Borsa dopo che Mps si trova a dovere chiudere il
portone se non interviene lo Stato-il contribuente. Cioè la Consob non riesce a prevenire gli “abusi di mercato” e le
truffe ai risparmiatori. Cioè non si sa se qualche altra banca, soprattutto
se fuori dalla Vigilanza europea, ha truffato i risparmiatori e si spera che, o
con aumenti di capitale o con qualche genialità all’insaputa dei suoi clienti, non
alimenti l’incendio. Nessuno evidentemente
si è accorto che, da un quarto di secolo, esiste l’impianto di sorveglianza
delle transazioni finanziarie. E’ l’impianto piazzato in banca, nell’area
“prodotti finanziari”, che monitora le negoziazioni dei valori mobiliari, riferite
ad aziende quotate e non, operativo dal primo gennaio del 1993 e che si
riproduce con un sintetico schema. L’operatività in azioni-obbligazioni, posta
in essere dalla singola banca e registrata negli archivi elettronici della sua
operatività corrente, viene duplicata in un Archivio elettronico standardizzato
ed appositamente istituito per la Vigilanza istituzionale. Un setaccio
elettronicamente filtra le transazioni in base a criteri predefiniti e le mette
a disposizione del controllore istituzionale. Cioè, nel caso specifico delle
obbligazioni subordinate rifilate a risparmiatori improvvidi, la Consob ne
riceverebbe evidenza solo indicando al setaccio elettronico che vuole la lista degli
acquisti-delle vendite di obbligazione di un determinato tipo effettuati su conti
intestati a clienti che la banca dal primo novembre del 2007, in base alla
direttiva Mifid, ha già classificato-catalogato nei suoi archivi elettronici
con qualifica di investitore “retail” senza alcuna propensione al rischio.
Perché
il Presidente Vegas non utilizza l’impianto di sorveglianza delle transazioni
in valori mobiliari,
appositamente istituito per il controllo istituzionale ed operativo dal primo
gennaio del 1993, che permette di
intercettare tempestivamente gli “abusi di mercato” e le truffe ai
risparmiatori cioè spedisce definitivamente in archivio il faldone della
cosiddetta “Legge sul risparmio” che più propriamente dovrebbe essere
etichettata “Legge per il salvataggio delle banche affondate dai bancarottieri”?
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